Roma e Alessandra
Da “Roma e Alessandra”, Edizioni Tracce, Pescara, 1986
"Anche stavolta ti abbraccio e
Non ci sei - sei solo un sogno
Nella notte che ci divide e ci
Avvicina mentre fuori piove"
ROMA E ALESSANDRA
Quante stelle tengo nelle mani stanotte
Per ognuna ho un pensiero già scritto
Per ognuna ho un nuovo sogno
Che le porti vicino alla luna
Ma tu non pensarci
Se le mie stelle le vedrai fuggire via
Dalle dita rilassate
Ho raccolto un fiore per farle felici
Perché domattina
Torneranno tutte quante nelle mie mani
Pronte a farsi ammirare
Disposte a raccontarmi paesi fantastici
Ed io le stringerò ancora più forte
Per farle entrare nella mia carne
Anche se so che voleranno ancora via
Per tornare nel nuovo giorno.
LA TUA MANO
Tu sei dove ogni cosa prende vita
E poi la perde (inizio e fine)
Sei la vita stessa che in un attimo
Trasforma il mio volto con un sorriso
In questo amore
La tua voce passa leggera
Sopra i miei occhi e neppure li sfiora
Eco che nasce dal profondo
Di ogni attimo e cresce fino ad essere
Parola d'amore
Se prendo le tue mani nelle mie
E' una sola l'emozione (per te e per me)
E' uno solo il senso del vivere
Che mi da prendere la tua mano nella mia
Per accompagnarti incontro alla notte.
FARO' IN MODO
Farò in modo
Che ogni parola sia solo vento
E possa raggiungerti dove sei
Farò in modo
Che tu sia una stella
A brillare nel firmamento
Di questa notte.
NON FERMARTI
Non fermarti mai davanti alla porta chiusa
Aprila e vedrai nei tuoi occhi
I colori di domani (dell'infinito)
Non aver paura di scoprire
Che anche tu mi vuoi bene
Davanti a questa porta chiusa
Puoi anche piangere sicuro di non diventare
Più triste di così
Però adesso lo sai e allora
Non gettare via l'occasione
Perché potresti anche essere davvero fortunato
E trovarci i suoi occhi ad attenderti
Dietro questa porta chiusa
Che fa diventare più vecchia ogni vita
Che ogni giorno di più te la fa amare.
"Una città e una donna, realtà e segno che si fondono in armonia con l'autenticità dello spirito del poeta tutto teso alla ricerca di un'idea, di un ricordo, di una chimera che ama in quanto tale. La conquista del segreto, la identità di passato e presente, di desiderio e certezza, di appassionati appelli e invagate contemplazioni è espressa dall'autore con tratto limpido e netto, lontano da ambigue suggestioni e superflue divagazioni linguistiche".
(motivazione Premio Palazzo Grosso - Riva presso Chieri)
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